Le strade del paese erano strette, non asfaltate, con le pietre e la brecciolina. Per la Terravecchia c’erano le scale.
Per le strade del paese giravano liberamente le galline. Una massaia mandava – perave – le galline n’dù v’ttare, o sotto ’u m’relle. Altri animali, oltre alle galline, giravano liberamente; tanti gatti e poi tanti piccioni volavano davanti alla chiesa e tra la gente. Un asino portava ai fianchi due tini di legno e i tini erano legati sul dorso dell’asino con una cintura. Gli uomini andavano a cavallo dell’asino e anche i bambini. Un pastore pascolava le pecore… I buoi trascinavano un carro e dietro al carro gli asini… Anche un maiale, ripreso nel filmato girava liberamente, ignaro del proprio destino, per la Terravecchia. Alcuni uomini lo hanno preso e lo hanno steso su una tavola. Tante erano le persone che lo mantenevano. Un vecchio lo ha ucciso facendogli un taglio alla gola. Con l’acqua bollente il maiale veniva pelato. Poi, dopo averlo appeso vicino a ’u vamugghiere, lo hanno spaccato; nel maiale aperto si vedevano gli organi interni. Toglievano ’a ssogne; lo tagliavano a pezzi eliminando gli scarti. Intanto, mentre una pizza de rendinije cuoceva sotto ’a coppe, preparavano la salsiccia, a mano, non con la macchinetta come oggi. La salsiccia cuoceva sulla brace e una donna con ’u z’nale preparava la tavola, una tavola povera con una bottiglia di vino e i bicchieri piccoli. Intorno a un piccolo camino, nella casa molto semplice, la famiglia era radunata. Le case non erano arredate come oggi. Le pentole appese, ’a pennelle che copriva parte della stanza, ’a cuttore che bolliva sul fuoco del camino, un piccolo giradischi in un angolo rendevano l’idea di una vita familiare semplice, piena di affetti. Una signora che stendeva i panni sul balcone infilandoli in una canna o fermandoli con le spille perché non c’erano le mollette, completava il quadretto della vita tradizionale di Bonefro di 50-60 anni fa.
Gli alunni della classe 5^ della Scuola Primaria di Bonefro
Le strade del paese erano strette, non asfaltate, con le pietre e la brecciolina. Per la Terravecchia c’erano le scale.
Per le strade del paese giravano liberamente le galline. Una massaia mandava – perave – le galline n’dù v’ttare, o sotto ’u m’relle. Altri animali, oltre alle galline, giravano liberamente; tanti gatti e poi tanti piccioni volavano davanti alla chiesa e tra la gente. Un asino portava ai fianchi due tini di legno e i tini erano legati sul dorso dell’asino con una cintura. Gli uomini andavano a cavallo dell’asino e anche i bambini. Un pastore pascolava le pecore… I buoi trascinavano un carro e dietro al carro gli asini… Anche un maiale, ripreso nel filmato girava liberamente, ignaro del proprio destino, per la Terravecchia. Alcuni uomini lo hanno preso e lo hanno steso su una tavola. Tante erano le persone che lo mantenevano. Un vecchio lo ha ucciso facendogli un taglio alla gola. Con l’acqua bollente il maiale veniva pelato. Poi, dopo averlo appeso vicino a ’u vamugghiere, lo hanno spaccato; nel maiale aperto si vedevano gli organi interni. Toglievano ’a ssogne; lo tagliavano a pezzi eliminando gli scarti. Intanto, mentre una pizza de rendinije cuoceva sotto ’a coppe, preparavano la salsiccia, a mano, non con la macchinetta come oggi. La salsiccia cuoceva sulla brace e una donna con ’u z’nale preparava la tavola, una tavola povera con una bottiglia di vino e i bicchieri piccoli. Intorno a un piccolo camino, nella casa molto semplice, la famiglia era radunata. Le case non erano arredate come oggi. Le pentole appese, ’a pennelle che copriva parte della stanza, ’a cuttore che bolliva sul fuoco del camino, un piccolo giradischi in un angolo rendevano l’idea di una vita familiare semplice, piena di affetti. Una signora che stendeva i panni sul balcone infilandoli in una canna o fermandoli con le spille perché non c’erano le mollette, completava il quadretto della vita tradizionale di Bonefro di 50-60 anni fa.
Gli alunni della classe 5^ della Scuola Primaria di Bonefro
Le strade del paese erano strette, non asfaltate, con le pietre e la brecciolina. Per la Terravecchia c’erano le scale.
Per le strade del paese giravano liberamente le galline. Una massaia mandava – perave – le galline n’dù v’ttare, o sotto ’u m’relle. Altri animali, oltre alle galline, giravano liberamente; tanti gatti e poi tanti piccioni volavano davanti alla chiesa e tra la gente. Un asino portava ai fianchi due tini di legno e i tini erano legati sul dorso dell’asino con una cintura. Gli uomini andavano a cavallo dell’asino e anche i bambini. Un pastore pascolava le pecore… I buoi trascinavano un carro e dietro al carro gli asini… Anche un maiale, ripreso nel filmato girava liberamente, ignaro del proprio destino, per la Terravecchia. Alcuni uomini lo hanno preso e lo hanno steso su una tavola. Tante erano le persone che lo mantenevano. Un vecchio lo ha ucciso facendogli un taglio alla gola. Con l’acqua bollente il maiale veniva pelato. Poi, dopo averlo appeso vicino a ’u vamugghiere, lo hanno spaccato; nel maiale aperto si vedevano gli organi interni. Toglievano ’a ssogne; lo tagliavano a pezzi eliminando gli scarti. Intanto, mentre una pizza de rendinije cuoceva sotto ’a coppe, preparavano la salsiccia, a mano, non con la macchinetta come oggi. La salsiccia cuoceva sulla brace e una donna con ’u z’nale preparava la tavola, una tavola povera con una bottiglia di vino e i bicchieri piccoli. Intorno a un piccolo camino, nella casa molto semplice, la famiglia era radunata. Le case non erano arredate come oggi. Le pentole appese, ’a pennelle che copriva parte della stanza, ’a cuttore che bolliva sul fuoco del camino, un piccolo giradischi in un angolo rendevano l’idea di una vita familiare semplice, piena di affetti. Una signora che stendeva i panni sul balcone infilandoli in una canna o fermandoli con le spille perché non c’erano le mollette, completava il quadretto della vita tradizionale di Bonefro di 50-60 anni fa.
Gli alunni della classe 5^ della Scuola Primaria di Bonefro
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