A Trivento il 9 aprile scorso si è svolto un incontro-dibattito sul tema “Legami di legalità – legami di responsabilità” alla presenza di don Luigi Ciotti, organizzato dalla Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico “Paolo Borsellino”, di cui sono il cuore pulsante don Alberto Conti e i professori Umberto Berardo e Leo Leone.
La scuola di formazione all’impe- gno sociale e politico “Paolo Borsellino” funziona e dà il suo contributo di conoscenza e di professionalità sul versante della formazione politica nella regione Molise da quindici anni circa. Infatti, la dimensione operativa della scuola di formazione triventina non è legata soltanto all’hinterland della città di Trivento o a quello della sua diocesi, ma essa è anche regionale (talvolta con punte di partecipazione da fuori regione), perché la Scuola con le sue iniziative si è rivolta all’intero territorio molisano, invitando come relatori tra gli altri Caponnetto, Caselli, Rita Borsellino, Nando dalla Chiesa.
Di qui, vorrei sottolineare il valore pregevole di una scuola di formazione politica che va a coprire vuoti abissali che sia i partiti tradizionali sia le istituzioni non sono tuttora ancora capaci di riempire con proposte operative a lungo raggio o con valori politico-culturali che potrebbero costituire il condimento della vita politica.
I messaggi che passano oggi sono quelli di una politica che è divenuta un affare economico, un mercimonio mafioso di scambi di favori e di voti, che, passando sul corpo acefalo e esangue di ampi settori popolari, rischiano di prendere corpo e di divenire un cancro mortale per la nostra democrazia, già malata da decenni di insulsaggini e di prepotenti soprusi massmediali purtroppo digeriti dal corpo popolare.
La politica è oggi molto lontana dalla gente che soffre, dalle persone che esprimono sensibilità differenti da quelle correnti ma che non hanno più la capacità di imporsi, in quanto i livelli di partecipazione popolare alla politica hanno raggiunto la quota massima di inconsistenza. Naturalmente le colpe vanno attribuite sia al ceto politico, divenuto in massima parte una “casta” inamovibile e mafiosa, sia alla popolazione che in massima parte si è fatta modificare nei gusti, nelle idee, nelle prospettive dalla massiccia e fuorviante propaganda delle televisioni private e pubbliche.
In questo panorama, che cercheremo di approfondire in un’altra occasione, dissestato e sconclusionato, in questo panorama, dicevamo, di graduale perdita del senso di partecipazione popolare all’agorà civile si è inserita la Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico di Trivento, andando ad occupare uno spazio e a ricoprire un ruolo oggettivamente importanti e necessari nell’attuale stato di afasia politica generale. La grande scommessa che ci attende è quella di coinvolgere le giovani generazioni su questi temi, facendo loro capire che la politica è un’arte nobile al servizio gratuito della collettività: solo così possiamo sperare in un rinnovato sentimento di partecipazione civile alla “res publica”.
È per questo che è stato invitato don Luigi Ciotti, presidente onorario di LIBERA dalle mafie, che da 16 anni circa in Libera offre il suo contributo e il suo entusiasmo ad una collettività nazionale malata di disattenzione e di superficialità, di una tensione a comportamenti contigui alla mafiosità.
I “legami di legalità – legami di responsabilità” vogliono sottolineare il grande significato della comunanza di valori, della condivisione di progettualità civili e politiche che sono il collant per tutti: il legame indica un modo di stare insieme, uniti, in quanto la vita e i valori, che la condiscono e la fanno crescere, non soltanto appartengono ai singoli individui ma sono di tutti gli individui che debbono farsi coinvolgere nel processo educativo alla responsabilità, alla corresponsabilità.
Noi non dobbiamo egoisticamente indicare la strada soltanto a noi, la dobbiamo indicare a tutti, perché lo stare insieme e condividere un percorso di solidarietà, di integrazione di culture, di giustizia, di lotte antagonistiche per il “bene comune” è l’unico strumento civile per riprendere un cammino di civiltà, di democrazia, di giustizia.☺
bar.novelli@micso.net
A Trivento il 9 aprile scorso si è svolto un incontro-dibattito sul tema “Legami di legalità – legami di responsabilità” alla presenza di don Luigi Ciotti, organizzato dalla Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico “Paolo Borsellino”, di cui sono il cuore pulsante don Alberto Conti e i professori Umberto Berardo e Leo Leone.
La scuola di formazione all’impe- gno sociale e politico “Paolo Borsellino” funziona e dà il suo contributo di conoscenza e di professionalità sul versante della formazione politica nella regione Molise da quindici anni circa. Infatti, la dimensione operativa della scuola di formazione triventina non è legata soltanto all’hinterland della città di Trivento o a quello della sua diocesi, ma essa è anche regionale (talvolta con punte di partecipazione da fuori regione), perché la Scuola con le sue iniziative si è rivolta all’intero territorio molisano, invitando come relatori tra gli altri Caponnetto, Caselli, Rita Borsellino, Nando dalla Chiesa.
Di qui, vorrei sottolineare il valore pregevole di una scuola di formazione politica che va a coprire vuoti abissali che sia i partiti tradizionali sia le istituzioni non sono tuttora ancora capaci di riempire con proposte operative a lungo raggio o con valori politico-culturali che potrebbero costituire il condimento della vita politica.
I messaggi che passano oggi sono quelli di una politica che è divenuta un affare economico, un mercimonio mafioso di scambi di favori e di voti, che, passando sul corpo acefalo e esangue di ampi settori popolari, rischiano di prendere corpo e di divenire un cancro mortale per la nostra democrazia, già malata da decenni di insulsaggini e di prepotenti soprusi massmediali purtroppo digeriti dal corpo popolare.
La politica è oggi molto lontana dalla gente che soffre, dalle persone che esprimono sensibilità differenti da quelle correnti ma che non hanno più la capacità di imporsi, in quanto i livelli di partecipazione popolare alla politica hanno raggiunto la quota massima di inconsistenza. Naturalmente le colpe vanno attribuite sia al ceto politico, divenuto in massima parte una “casta” inamovibile e mafiosa, sia alla popolazione che in massima parte si è fatta modificare nei gusti, nelle idee, nelle prospettive dalla massiccia e fuorviante propaganda delle televisioni private e pubbliche.
In questo panorama, che cercheremo di approfondire in un’altra occasione, dissestato e sconclusionato, in questo panorama, dicevamo, di graduale perdita del senso di partecipazione popolare all’agorà civile si è inserita la Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico di Trivento, andando ad occupare uno spazio e a ricoprire un ruolo oggettivamente importanti e necessari nell’attuale stato di afasia politica generale. La grande scommessa che ci attende è quella di coinvolgere le giovani generazioni su questi temi, facendo loro capire che la politica è un’arte nobile al servizio gratuito della collettività: solo così possiamo sperare in un rinnovato sentimento di partecipazione civile alla “res publica”.
È per questo che è stato invitato don Luigi Ciotti, presidente onorario di LIBERA dalle mafie, che da 16 anni circa in Libera offre il suo contributo e il suo entusiasmo ad una collettività nazionale malata di disattenzione e di superficialità, di una tensione a comportamenti contigui alla mafiosità.
I “legami di legalità – legami di responsabilità” vogliono sottolineare il grande significato della comunanza di valori, della condivisione di progettualità civili e politiche che sono il collant per tutti: il legame indica un modo di stare insieme, uniti, in quanto la vita e i valori, che la condiscono e la fanno crescere, non soltanto appartengono ai singoli individui ma sono di tutti gli individui che debbono farsi coinvolgere nel processo educativo alla responsabilità, alla corresponsabilità.
Noi non dobbiamo egoisticamente indicare la strada soltanto a noi, la dobbiamo indicare a tutti, perché lo stare insieme e condividere un percorso di solidarietà, di integrazione di culture, di giustizia, di lotte antagonistiche per il “bene comune” è l’unico strumento civile per riprendere un cammino di civiltà, di democrazia, di giustizia.☺
A Trivento il 9 aprile scorso si è svolto un incontro-dibattito sul tema “Legami di legalità – legami di responsabilità” alla presenza di don Luigi Ciotti, organizzato dalla Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico “Paolo Borsellino”, di cui sono il cuore pulsante don Alberto Conti e i professori Umberto Berardo e Leo Leone.
La scuola di formazione all’impe- gno sociale e politico “Paolo Borsellino” funziona e dà il suo contributo di conoscenza e di professionalità sul versante della formazione politica nella regione Molise da quindici anni circa. Infatti, la dimensione operativa della scuola di formazione triventina non è legata soltanto all’hinterland della città di Trivento o a quello della sua diocesi, ma essa è anche regionale (talvolta con punte di partecipazione da fuori regione), perché la Scuola con le sue iniziative si è rivolta all’intero territorio molisano, invitando come relatori tra gli altri Caponnetto, Caselli, Rita Borsellino, Nando dalla Chiesa.
Di qui, vorrei sottolineare il valore pregevole di una scuola di formazione politica che va a coprire vuoti abissali che sia i partiti tradizionali sia le istituzioni non sono tuttora ancora capaci di riempire con proposte operative a lungo raggio o con valori politico-culturali che potrebbero costituire il condimento della vita politica.
I messaggi che passano oggi sono quelli di una politica che è divenuta un affare economico, un mercimonio mafioso di scambi di favori e di voti, che, passando sul corpo acefalo e esangue di ampi settori popolari, rischiano di prendere corpo e di divenire un cancro mortale per la nostra democrazia, già malata da decenni di insulsaggini e di prepotenti soprusi massmediali purtroppo digeriti dal corpo popolare.
La politica è oggi molto lontana dalla gente che soffre, dalle persone che esprimono sensibilità differenti da quelle correnti ma che non hanno più la capacità di imporsi, in quanto i livelli di partecipazione popolare alla politica hanno raggiunto la quota massima di inconsistenza. Naturalmente le colpe vanno attribuite sia al ceto politico, divenuto in massima parte una “casta” inamovibile e mafiosa, sia alla popolazione che in massima parte si è fatta modificare nei gusti, nelle idee, nelle prospettive dalla massiccia e fuorviante propaganda delle televisioni private e pubbliche.
In questo panorama, che cercheremo di approfondire in un’altra occasione, dissestato e sconclusionato, in questo panorama, dicevamo, di graduale perdita del senso di partecipazione popolare all’agorà civile si è inserita la Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico di Trivento, andando ad occupare uno spazio e a ricoprire un ruolo oggettivamente importanti e necessari nell’attuale stato di afasia politica generale. La grande scommessa che ci attende è quella di coinvolgere le giovani generazioni su questi temi, facendo loro capire che la politica è un’arte nobile al servizio gratuito della collettività: solo così possiamo sperare in un rinnovato sentimento di partecipazione civile alla “res publica”.
È per questo che è stato invitato don Luigi Ciotti, presidente onorario di LIBERA dalle mafie, che da 16 anni circa in Libera offre il suo contributo e il suo entusiasmo ad una collettività nazionale malata di disattenzione e di superficialità, di una tensione a comportamenti contigui alla mafiosità.
I “legami di legalità – legami di responsabilità” vogliono sottolineare il grande significato della comunanza di valori, della condivisione di progettualità civili e politiche che sono il collant per tutti: il legame indica un modo di stare insieme, uniti, in quanto la vita e i valori, che la condiscono e la fanno crescere, non soltanto appartengono ai singoli individui ma sono di tutti gli individui che debbono farsi coinvolgere nel processo educativo alla responsabilità, alla corresponsabilità.
Noi non dobbiamo egoisticamente indicare la strada soltanto a noi, la dobbiamo indicare a tutti, perché lo stare insieme e condividere un percorso di solidarietà, di integrazione di culture, di giustizia, di lotte antagonistiche per il “bene comune” è l’unico strumento civile per riprendere un cammino di civiltà, di democrazia, di giustizia.☺
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