fra i margini di una favola
20 Febbraio 2010 Share

fra i margini di una favola

Serena Grandi

 

Sembra scritta fra i margini di una favola la storia di questa donna che sto per raccontare poiché si colora di un fine inaspettatamente lieto, quasi distante dalle cronache odierne. Quasi parente dell’inverosimile…

Ma l’effettiva realtà è che la dolcezza, la tenacia e il sacrificio si fecero donna e approdarono in un corpo, in un volto fatto di luce. La luce di Maria è l’incanto della sua storia, è il fervore del suo animo, è la semplicità della sua virtù.

Maria sposò un uomo da cui ebbe due figli. La sua era una famiglia media che affrontava le mille difficoltà della vita a testa alta. Un giorno Maria scoprì che quello che fino a quel giorno era stata la sua esistenza stava per essere stravolta …

Sua figlia era tossicodipendente.

Maria, allora, intraprese una battaglia che doveva a tutti i costi portarla a quella strada che avrebbe fatto risalire la figlia; una battaglia che andava dallo scontro più brutale a un cammino personale e terapeutico di donna e di madre. Lei, donna sobria, innocua, lei fiore che voleva soltanto acqua, luce e calore costretta a conoscere il mostro fatto in polvere.

Maria visse per anni la tremenda consapevolezza di poter perdere sua figlia da un momento all’altro, ma seppe continuare a non arrendersi e a battersi contro la sua stessa impotenza. Furono giorni di menzogne, ore offuscate, anni di paure, irrequietezza e dolore mentre sua figlia continuava ad essere plagiata dalla sua dannazione.

In questa eclissi intervenne la scelta del cambiamento, un raggio bollente ed arduo che andava percorso fino alla rinascita di un nuovo sole, fino all’alba di un altro domani. Maria vide sua figlia seguire un programma di recupero per tossicodipendenti e levigare, giorno dopo giorno, gli spigoli della sua morsa. Vide formarsi poco a poco una donna libera che stava planando verso una rivalsa con qualcosa in più, con il segno di un’esperienza che le avrebbe rese speciali entrambe.

Da quel giorno Maria scelse di continuare a lottare e si fece madre di ogni battaglia, divenne consiglio e conforto degli ultimi così da scrivere un lieto fine su ogni storia che poteva essere riscritta. Maria, insieme ad altri, fondò la FACED: “Famiglie Contro L’Emarginazione e la Droga”, un’isola dell’assurdo che abbraccia le responsabilità che in pochi riescono ad addossarsi, il dolce e tortuoso carico dell’altro fatto di cura e sostegno fino all’arrivo verso l’indipendenza.

Maria questo dolce miracolo lo ha compiuto ogni caldo giorno della sua esistenza al servizio dell’altro con la semplice presenza fatta di gesti, fatta di presenza, fatta di amore per l’altro e gioia per il domani, bello o brutto che sia.

A Maria, l’unico fiore che è saputo sbocciare nella primavera di tanti inverni. ☺

 coopilnoce@libero.it

 

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