il fascino dei colori
31 Maggio 2010 Share

il fascino dei colori

 

Per la ricchezza di varietà esistenti la rosa è indiscutibilmente la regina dei fiori. Le diverse tonalità dei suoi bellissimi fiori, dal bianco al rosso scuro, sono affascinanti. Le specie e le varietà di rose che oggi conosciamo si sono sviluppate da piante che provengono, per la maggior parte, da zone più calde. Le rose spontanee, che sono le specie fondamentali e di cui se ne conoscono 150, sono infatti quasi tutte originarie dell’Asia. Salvo alcune eccezioni, crescono e producono fiori semplici, ciascuno con cinque petali.

             Attraverso i secoli la coltivazione delle rose per ottenere fiori doppi si è talmente sviluppata e perfezionata da dare vita a specie e varietà, come gli ibridi moderni, che hanno quasi completamente perso tutte le caratteristiche originarie. Tra le specie primitive, la Rosa gallica è ritenuta la progenitrice di tutte le rose da giardino europee. A un certo punto, la Rosa gallica fu incrociata con un’altra specie, dando origine alla Rosa damascena, probabilmente arrivata in Europa dal territorio di Damasco, in Siria, al seguito dei primi Crociati.

Già nel Medioevo, dunque, erano conosciute alcune nuove varietà di rosa. Dalla Rosa gallica derivò la Rosa gallica officinalis, nota anche come Red Rose of Lancaster perché diventata insegna araldica della casata inglese. La famiglia degli York aveva invece come emblema una rosa bianca: di qui l’espressione “Guerra delle due rose”, con la quale è conosciuto il conflitto che nel Quattrocento vide le due casate a confronto. Le due rose compaiono infine accostate nell’insegna dei Tudor, casata alla quale apparteneva il re Enrico VII, discendente per via materna dai Lancaster, il quale pose fine alla guerra unendosi in matrimonio ad Elisabetta di York.

Nel Cinquecento le specie maggiormente diffuse, oltre alla gallica, erano la canina, alla quale il linguaggio dei fiori attribuisce il significato di piacere e sofferenza (piacere per via della sua dolce fragranza, dolore a causa delle sue robuste spine), e la damascena, dai petali rosati, che ricorda il colorito di un volto radioso. La metafora, divenuta canonica nel Medioevo, evocherà, a partire dalla petrarchesca Laura, molte e vagheggiate guance:

“Se mai candide rose con vermiglie

in vasel d’oro vider gli occhi miei

allor allor da vergine man colte,

veder pensaro il viso di colei

ch’avanza tutte l’altre meraviglie”

(Francesco Petrarca, Canzoniere CXXVII)

Sino al finire del Settecento le specie coltivate erano ancora, salvo le eccezioni viste sopra, di origine europea, e fu soltanto all’inizio dell’Ottocento che ne giunsero di nuove dall’Asia e il lavoro di ibridazione tra specie europee e specie asiatiche diede vita a un numero sempre crescente di varietà.

Ci sono rose per ogni tipo di giardino; l’importante è che siano esposte in pieno sole e che il terreno sia ben lavorato, ricco di humus e di sostanze nutritive. Se tenute all’ombra, le rose finiscono per avere lunghi steli e fioriscono stentatamente. Per le aiuole sono particolarmente adatte le rose a bassa vegetazione, perché durante l’intero anno producono in continuazione fiori semplici e doppi. Le rose a bassa vegetazione si sviluppano bene soprattutto se coltivate in folti gruppi; le rose con fiori grandi, invece, è meglio piantarle singolarmente, in modo che possano raggiungere un pieno sviluppo. Sono molto belle anche le rose ad alberello: la chioma arriva quasi ad altezza d’uomo e i fiori sono molto numerosi. Mentre nelle rose normali da aiuola il punto d’innesto è la zona del colletto, in quelle ad alberello esso si trova ad una certa distanza da terra. Le rose rampicanti devono essere piantate alla base di pilastri o di pergole, o anche di muri di case. Queste piante sono sensibili al gelo e d’inverno, in zone fredde, dovrebbero essere protette.

Anche nel linguaggio dei fiori, ogni tipo di rosa evoca un sentimento e sebbene il ventaglio dei significati si possa ricondurre al simbolismo tradizionalmente attribuito ai colori (il rosso della passione e il bianco della purezza), poiché le varietà sono numerose e il messaggio varia a seconda che il fiore sia offerto ancora in boccio o in piena fioritura, si potrebbe addirittura stilare una sorta di manualetto “Ditelo con i fiori”, che suggerisca la rosa giusta per ogni circostanza:

rosa bianca = candore e innocenza;

rossa = passione;

bianca + rossa = unione;

fiore variegato = amore tradito;

borracina = bellezza capricciosa;

canina = piacere e sofferenza;

cappuccina = splendore;

cannella = maturità precoce;

muschiata = accusa;

tea = gentilezza della donna amata;

senza spine = possibilità di speranza;

bocciolo rosso = purezza e amabilità;

rosa in piena fioritura unita a due boccioli = segretezza;

corona di rose = riconoscimento di virtù.

Per concludere si riportano le indicazioni per alcune preparazioni a base di petali di rose, da tempo sfruttati in cosmesi e in medicina per il loro potere astringente e antisettico. È a tutti nota l’acqua di rose; ma chi ha molte rose nel giardino o ha la possibilità di raccogliere rose selvatiche sulle siepi, può preparare anche in casa un ottimo prodotto, che però deve essere rinnovato spesso perché può alterarsi con facilità. Vale tuttavia la pena di provare, poiché si tratta di preparazioni naturali, che certamente hanno un’azione benefica.

Acqua di rose

In due litri di acqua fare bollire lentamente per 30 minuti i petali di sei rose rosse. Lasciare raffreddare, poi colare e usare per impacchi sul viso, sul collo e sugli occhi.

Miele di rosa

Con i petali di rosa si prepara anche il miele rosato (Mel rosatum dell’antica farmacopea). Ogni 200 g di miele purissimo occorrono 40 g di petali di rosa rossa; si coprono i petali con acqua bollente appena sufficiente e si lascia a riposo per 24 ore; si filtra premendo leggermente e si unisce il liquido al miele mescolando bene. È ottimo nelle affezioni della bocca (labbra, gengive, ecc.).☺

giannotti.gildo@gmail.com

 

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