Lo sguardo dell’altro
29 Aprile 2017
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Lo sguardo dell’altro

Mi aggiro insolitamente allegra tra le bancarelle del mercatino di natale adibito in una stradina del mio paese, quadro suggestivo e variopinto a cui fa da cornice il centro storico. Guardo con la curiosità di un bambino i manufatti fantasiosi, sorprendenti, unici e vorrei comprarli tutti, convinta che acquistare un oggetto fatto a mano è un modo per premiare talento e creatività nonché per gratificare e sostenere artigiani, artisti o gente comune che si ingegna come può per arrotondare le proprie entrate.
In quest’atmosfera gioiosa di persone che cercano, trovano, corrono, sostano, lo vedo e a stento lo riconosco. È alto, atletico e ancora bello nonostante l’età. Vorrei sprofondare, oggi non ho un filo di trucco e i capelli sono più bianchi che scuri: ho procrastinato la tinta per essere in ordine per le feste ed ora me ne pento. Cammino con passo spedito tra gli stand nel tentativo di sfuggirgli e riesco a nascondermi in un angolo, ma all’improvviso me lo trovo davanti. È arrivato da un altro tempo e da chissà dove, ma ha lo stesso sguardo, lo stesso tono di voce, la stessa aria affabile di tanti anni fa. Mi stringo nello scialle e mi sento ancora più piccola e impacciata. Arrossisco: “Non volevo farmi rivedere così”. E lui: “Così invece mi fai innamorare di nuovo”. Sorride e comincio a dissipare timidezza e timori facendo volare i miei pensieri. Per un istante ritorno ad una storia di gioventù che si era persa nei ghirigori della vita come nelle trame di un tappeto persiano, e godo della magia di questo perdersi per poi ritrovarsi.
Una ragazza dal viso un po’ da clown, un po’da bambola si avvicina a noi traendo dal suo organetto una melodia dolce, ancestrale. È da tanto tempo che non mi capitava di stare in un sogno e non vorrei svegliarmi…
È quasi notte. Il vociare gioioso man mano si spegne, la folla si va diradando portandosi via acquisti ed emozioni, il disallestimento si compie veloce tra qualche battuta goliardica degli addetti ai lavori…
Nello scampolo di cielo stretto tra le case si sono accese le stelle: poche, ma sufficienti per noi che le riflettiamo negli occhi. Lui mi stringe la mano e la trattiene a lungo nella sua: – Arrivederci allora. Arrivederci – gli rispondo e so che è un addio.
Mi sento leggera, più giovane, addirittura più bella e penso che veramente è lo sguardo dell’altro che ci rivela la nostra bellezza.

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