Mettersi in gioco
4 Maggio 2017
La Fonte (351 articles)
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Mettersi in gioco

Ci sono dei momenti nella storia in cui si ha l’impressione che si stia verificando un cambiamento epocale, e non sempre in senso positivo. Il fatto che in America, dopo la storica elezione di Obama sia stato eletto un presidente totalmente agli antipodi, che sembra voglia calpestare i diritti umani, le politiche ambientali e tutto ciò che rappresenta il meglio dell’umanità, rende particolarmente attuali le parole che si ascoltano a conclusione dell’anno liturgico cattolico: “Quan- do sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine. Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte” (Lc 21,9-11.25-26).

Ho voluto citare queste parole di Gesù non per alimentare il pessimismo in cui è piombato chi ha a cuore il bene dell’umanità, ma perché trovo una forte analogia tra quanto stiamo sentendo oggi riguardo alle tragedie umane a cui non sembra prestare attenzione quella parte di umanità che vuole solo difendere i propri interessi e privilegi e il tempo che ha preceduto la fine di Gerusalemme ad opera dei Romani, fine già sentita da Gesù che vedeva nel dilagare dell’ingiustizia sociale che attanagliava il popolo d’Israele i prodromi per la catastrofe che di lì a poco sarebbe arrivata; parlando del tempio che risplendeva in tutto il suo fulgore, infatti, Gesù arriva a dire: “Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non resterà pietra su pietra che non sarà distrutta” (21,6).

La comunità cristiana che ha riletto le parole di Gesù alla luce di quanto effettivamente è accaduto, ha però trovato in questi eventi dei segni di speranza, non legati al naturale cammino della storia, ma alle risorse messe in campo da chi ha continuato a testimoniare il vangelo nonostante le avversità a cui sarebbe andato incontro: “Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita” (21,12-19).

Le parole di Gesù sono state rilette dopo la caduta di Gerusalemme nel 70 d. C. ma attraverso il vangelo sono diventate criterio per interpretare tutti i cambiamenti e gli sconvolgimenti che hanno attraversato la storia, e il fatto che siamo ancora qui a parlarne significa che hanno dato coraggio e speranza a intere generazioni di credenti che non si sono fermati a lamentarsi su quanto stava accadendo, ma hanno saputo guardare oltre sostenuti dalle parole di speranza del loro Signore. Oggi viviamo una situazione particolare perché gli sconvolgimenti rischiano davvero di diventare mondiali perché siamo orami legati gli uni agli altri da processi ambientali, sociali, economici e politici come in nessuna altra epoca precedente della storia e le decisioni contro l’ambiente dell’America di Trump cambieranno forse irrimediabilmente il clima e aumenteranno le tragedie umane di popoli in fuga da un ambiente ostile, evento cui stiamo assistendo ormai quotidianamente.

La stupidità umana che ormai attanaglia le cosiddette democrazie non permette di guarire la miopia in cui si è caduti per cui non possiamo fare altro che attendere il peggio. Il vangelo, tuttavia, ci insegna che l’ultima parola non è mai di chi vuole il male e la morte, ma sempre di chi vuole la vita e il bene, anche se questo comporta persecuzione. La storia, ma anche la fede cristiana, ci dicono che l’uomo, nonostante tutto, aspira al bene e ci saranno sempre coloro che metteranno in gioco la propria vita per il bene degli altri, anche se non conviene. Noi non sappiamo come sarà il futuro della nostra terra; forse si ridurranno le aree abitabili, forse rischieremo l’estinzione ma finché ci sarà vita umana sulla terra, prevarrà sempre il bene, che resiste nelle condizioni più avverse.

È il mistero della vita di Gesù che risorge dalla morte sulla croce ed è il cuore della fede cristiana: la morte sarà distrutta non solo nel compimento della storia, quando Dio sarà tutto in tutti, ma già ora, nel nostro tempo, perché nonostante le scelte di morte, si percepisce che ci sono ancora persone che scelgono la vita, che accolgono chi è nel bisogno, che resistono, salvando con la vita altrui anche la propria perché le danno pieno significato. ☺

 

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