noi terremotati
19 Aprile 2010 Share

noi terremotati

 

Caro dott. Bertolaso,

volevamo incontrarla per raccontarle una storia, la nostra storia.

Siamo cittadini molisani residenti in uno dei paesi colpiti dal terremoto del 2002, quando crollò la scuola e morirono 27 bambini insieme alla loro maestra. Persero la vita anche altre persone, ma erano anziane e furono da subito escluse dal circo mediatico, inabissate nell’oblio: mai morte. Chissà se qualcuno che rappresenta lo Stato in quel villaggio sia andato una sola volta a regalare un fiore a quei disgraziati, che hanno avuto il torto di non suscitare l’interesse dei media.

Non v’è dubbio che i bambini di ogni dove rappresentano il futuro e quando vengono colpiti è l’idea di speranza che viene compromessa; se non siamo stati capaci di proteggerli allora, perché è di questo che si tratta, non possiamo oggi ridurre tutto quanto accaduto, con il cinismo che ci viene in soccorso e la rassegnazione che ci contraddistingue, a fenomeno imprevedibile.

 Che la terra non tremi da quattro anni, questo non induce a ritenere che non avvenga ancora. Eppure tutto si muove al contrario.

Avremmo voluto raccontarle che i terremotati vivono, ormai da quattro anni, in abitazioni di legno, senza tenerle nascosto che i soldi stanziati dal Governo nazionale, pochi per la verità, sono stati spesi dal Commissario delegato, che è anche Presidente della Regione, non per ricostruire le case danneggiate dal sisma, ma per essere più amato dagli elettori: lui, i Molisani li ama tutti, senza fare distinzioni tra terremotati e non; è per questo che ha esteso l’area del cratere includendovi 82 comuni e rovesciando l’ordine delle priorità. Basta guardare i dati forniti dalla Protezione Civile per notare che più ci si allontana dall’epicentro del sisma e più i fondi spesi per l’edilizia privata aumentano. Quella che è stata concepita come ricostruzione funzionale delle abitazioni inagibili, è servita unicamente a ricostruire il consenso verso Iorio e la sua parte politica, con la evidente conseguenza che  i terremotati veri continuano ad abitare nelle casette di legno e i percettori dei 20.000 euro non si sono mai allontanati dalle proprie abitazioni.

Giornata della memoria

Il Presidente Iorio in occasione della “Giornata della Memoria”, (se non fosse che si tratta di una tragedia ci sarebbe materiale per scrivere una commedia) nella seduta consiliare del 31/10/05, ebbe a dire: “Posso assicurare il Consiglio regionale che entro l’anno potremo avviare il completamento dei lavori inclusi nella priorità A per tutti i comuni, compresi quelli interessati, ma fuori dell’area del cratere e terminarli alla fine del 2006” e ancora “gli interventi dovranno essere graduati e graduali, anche se la loro approvazione da parte dei Comuni garantisce un diritto inequivocabile ed inalienabile che possiamo definire oggettivo, protetto dalle leggi di questo Stato, ad aver quell’ indennizzo necessario per la ricostruzione”. Si prepari 

dott. Bertolaso perchè ce n’è anche per il dopo ricostruzione: tutte queste cose Iorio le ha dette in una sola giornata. In relazione al rilancio delle attività produttive e alle iniziative  sociali,  il nostro ha così  proseguito: “Abbiamo impostato un lavoro da noi definito “Modello Molise”, che ha  riguardato, soprattutto, l’area centrale del sisma: San Giuliano, Colletorto, Santa Croce e Bonefro, diretto a creare delle condizione particolari d’iniziative sociali e d’attività scolastiche” – Università a San Giuliano, Scuola di formazione della Protezione Civile in collaborazione con la Croce Rossa a Bonefro, progetto di iniziative di carattere informatico sul controllo ambientale a Colletorto; per Santa Croce non vi è un progetto specifico ma qualcosa si farà -. Ci chiedemmo, allora, come mai i Sindaci degli altri comuni del cratere non si fossero ribellati per l’esclusione delle loro comunità dal “Modello Molise”; in seguito abbiamo capito che non avevano creduto a una sola parola di ciò che Iorio aveva detto.  Ed avevano ragione.

Ricostruzione in due fasi

L’idea di voler affrontare il problema della ricostruzione in due fasi, la prima dedicata alla ricostruzione delle abitazioni e delle strade, la seconda dedicata alla ricostruzione economica, non è un’idea ma solo una gran cagata.

 Lei, dott. Bertolaso, ha operato anche in Tailandia dopo lo tzunami e in quell’occasione,  prima di ricostruire un villaggio, si è preoccupato di fornire a quei pescatori un piatto di riso e una barca; ha restituito loro la speranza che il mare aveva tolto; ha indicato loro una strada per far pace con il nemico; basterebbe questo a spiegare l’incontinenza del nostro Presidente.

Volevamo ancora dirle che dopo la sceneggiata di quella seduta del Consiglio Regionale, il Presidente, per tenere fede agli impegni presi, il 19/11/2005, inviava ai Sindaci dei Comuni del cratere una nota, che assomiglia tanto a quelle che troviamo giornalmente nelle cassette delle lettere nelle quali ci comunicano che abbiamo vinto un certo premio, del seguente tenore: “… si comunica che codesto Comune risulta essere destinatario di un finanziamento complessivo di € 39.264.000,00 pari all’importo dei pps-ps di tutta la classe A presentati alla Struttura commissariale…”. Un anno dopo, in data 12/02/07 (il mittente è sempre lo stesso) i Sindaci del cratere ricevevano una nuova missiva del seguente tenore: “…questa struttura è a tutt’oggi impossibilitata ad erogare i fondi necessari all’esecuzione dei progetti che hanno già ultimato l’iter amministrativo, in quanto gli organi competenti dello Stato non hanno ancora provveduto ad emanare i provvedimenti necessari all’attualizzazione dei contributi spettanti”.

  Prima il ritardo nella ricostruzione era dovuta alla lentezza dei Sindaci nel definire le procedure amministrative, ora è il Governo nazionale che non trasferisce i fondi. La domanda viene spontanea: ma a parlare in Consiglio regionale era uno che passava di lì per caso, o il Commissario per il terremoto è entrato in conflitto col Presidente della Regione e quindi con se stesso? Iorio non si perde d’animo e, pochi giorni fa, nomina un sub-commissario scegliendolo tra i sindaci del cratere (il lupo perde il pelo ma non il vizio) in palese conflitto d’interessi. L’operazione questa volta viene condivisa anche con esponenti di vertice dell’altra parte politica i quali, per la copertura, pretendono la nomina di altri tre sindaci, anche loro in conflitto d’interessi, in un organismo che dovrebbe controllare, o almeno far finta, l’operato del sub-commissario, tutto pagato con i fondi per la ricostruzione.

Diritto al contributo

Dott. Bertolaso, per non sembrarle catastrofici, vorremmo passare ad un altro argomento, più rassicurante, quello sul diritto al contributo per la ricostruzione degli edifici danneggiati. Su questo punto il Presidente, sempre nella famosa giornata della memoria, è stato puntuale e  preciso. Secondo la “giurisprudenza Iorio”, il cittadino che ha completato l’iter amministrativo per l’approvazione dell’intervento, diventa titolare di un diritto, protetto dalle leggi dello Stato. Se ciò che dice il Presidente Iorio è vero, e non abbiamo motivo di dubitarne trattandosi della prima carica istituzionale della Regione, tradotto in volgare significa: se lo Stato tarda ad erogarvi i contributi, rivolgetevi al Giudice e magari citate in giudizio il Commissario per il terremoto.

Ci era sembrato un argomento distensivo quello sui diritti acquisiti ma abbiamo il sospetto che l’incontinenza del Presidente Iorio non abbia convinto né lei, dott. Bertolaso, né il Governo Nazionale; gli unici a non aver sentito la puzza sono stati i Sindaci del cratere, i quali, pur in assenza di una reale copertura finanziaria, hanno incaricato i tecnici di redigere i progetti esecutivi di loro spettanza e invitato i presidenti dei consorzi a fare altrettanto, con il risultato che, dai giudici, forse, ci andremo tutti e non per reclamare i nostri diritti ma per rispondere dei nostri doveri.

Una brutta aria

Per i corridoi del Palazzo romano in questi giorni spira una brutta aria contro i Molisani, che “hanno avuto anche troppo per un terremotino assorto alla cronaca solo perché sono morti dei bambini”; le ordinanze punitive e le leggi interpretative di questi ultimi tempi ne sono la riprova. In questi quattro anni ci saremmo aspettati che lo Stato avesse contribuito a riannodare quei fili spezzati dal terremoto per riconciliare i Molisani con la propria terra da sempre ostile;  invece più il tempo passa e più la falla si allarga. Il danno prodotto da questo evento ammonta, secondo i dati forniti dalla Protezione Civile, a circa tre miliardi di euro. Se una piccola parte di essi è stata utilizzata male, che siano puniti ed allontanati i responsabili di questo pasticcio e non si faccia pagare per questo chi ancora spera di ricominciare a vivere. Lei, dott. Bertolaso, ha avuto modo di conoscere la gente di Molise, quella che ha grattato la terra per spremerci la vita; ha pesato la loro dignità e il rispetto che nutre verso le istituzioni: si faccia in modo che anche questo legame non venga spezzato. Per i terremotati  Molisani si è fatto poco e male ma si è ancora in tempo per invertire la rotta.

 Avevamo chiesto di incontrarla, dott. Bertolaso, per aiutarla a comprendere meglio la situazione attuale; l’incontro che ci aveva fissato è stato rinviato, noi diciamo, senza eufemismi, è stato impedito da chi, “professionista” della politica, ha anteposto l’interesse personale a quello collettivo. Non gli dia ragione.   Noi la stimiamo troppo per non contarci. ☺

 

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