È da un bel po’ di tempo che da queste pagine si lancia l’idea di chiudere con i lamenti e passare a idee progettuali che lascino segni concreti di rilancio della progettualità in Molise. In molti contesti: cultura, politica, impegno sociale, innovazione nell’ambito delle opportunità e dell’efficienza nel campo del lavoro.
Proviamo a concretizzare la proposta lanciata nel numero di settembre dal nostro giornale: la creazione di una Fondazione di Comunità in terra di Molise. La Fonte potrebbe assumere il compito di fare da araldo dell’idea e banditore di speranza. Stiamo maturando il progetto e contiamo sull’allargamento della rete di quanti intendono condividere l’idea e la fatica di portarla avanti. La redazione magari potrebbe sostenerci nel riportare riferimenti di persone, associazioni, organizzazioni di terzo settore, cittadini singoli, imprese, associazioni e quante altre forze vitali si affacceranno sul territorio.
Proveremo a indicare di volta in volta alcuni tratti del percorso avviato e la fase che si attraversa mano a mano che passeranno i mesi che dovrebbero condurci alla costituzione di un comitato che avvii l’iniziativa.
Cos’è una Fondazione
di Comunità?
È una realtà attiva, espressione di cittadini, imprese, banche, organismi del mondo del sociale e del terzo settore e rappresentanze istituzionali costituita non secondo una logica di beneficenza ma come soggetto attivo sul territorio, volto alla promozione e allo sviluppo della infrastrutturazione sociale e alla valorizzazione delle risorse umane ed economiche del territorio.
“La logica della Fondazione di Comunità è più complessa di quella finora seguita dalle Fondazioni bancarie. Infatti consente una presenza più radicata sul territorio e quindi un rapporto più stretto e trasparente con la comunità, ma soprattutto una maggiore sensibilizzazione sugli investimenti e sulle realizzazioni”.
Al pensiero di Aldo Bonomi può fare da utile complemento una riflessione di Gustavo Zagrebelsky: “Gli organi delle fondazioni di comunità sono espressioni delle realtà sociali cittadine e regionali, vi sono rappresentati i sindacati, le chiese, le università, gli enti locali, la ricerca, le realtà non profit. Questa composizione dovrebbe esprimere una certa idea di società che non coincide né con quella politica o statuale né con quella del mercato; dovrebbe invece esprimere la dimensione della socialità. Siamo di fronte a un nuovo ente rappresentativo che dispone di grandi risorse e la cui importanza non è chiara, forse, neppure ai soggetti che designano”.
Quali obiettivi si pone?
Andando per sintesi così si possono enumerare:
– Riavvicinare le istituzioni ai cittadini: il principio di sussidiarietà (art.118 Costituzione);
– porre il territorio al centro;
– infrastrutturazione sociale: reti fra cittadini, associazioni, terzo settore, comuni… oltre il campanilismo;
– promozione della cultura di donazione;
– reperimento risorse economiche e umane;
– promuovere lo sviluppo locale: Formazione – Ricerca e Innovazione – Crescita del capitale umano – Qualificazione delle giovani generazioni e passaggio generazionale nelle imprese – Recupero e valorizzazione dei beni e dei prodotti d’ambiente: turismo, agricoltura, artigianato, piccola impresa…
Soggetti di riferimento
Come già accennato al punto 1, sono parti attive sul piano delle strategie da intraprendere, del varo dei programmi e della gestione delle risorse i soggetti del complesso universo presente sul territorio con funzioni di rappresentanza dei vari ambiti, evitando di dare privilegi e assegnare spazi di maggioranza a gruppi di un settore specifico. In tale direzione risulta positiva l’esperienza in atto nella Fondazione Sud, di recente costituitasi, che nel comitato di gestione ha equamente distribuito la rappresentanza delle varie componenti assegnando il giusto rilievo a ciascuna di esse: economia di mercato ed economia sociale (terzo settore).
È chiaro che la capillarizzazione della rappresentanza sul territorio deve valorizzare intelligenze e risorse umane di ogni provenienza: semplici cittadini, associazioni, cooperative, volontariato, piccole imprese… ma anche i settori tutti dell’economia (impresa, artigianato, agricoltura, commercio), forze sociali come sindacati, Università e rappresentanze istituzionali. Un giusto rilievo, data la frammentazione del territorio molisano, va riconosciuto alle associazioni dei comuni per promuovere una cultura e una politica volta alla collaborazione fra realtà istituzionali presenti sul territorio.
Come avviene in diverse realtà del centro e del nord Italia la Fondazione di Comunità deve anche dare rilievo e adoperarsi per la presenza di Big Player nella nostra realtà. Si tratta di operatori di rilievo sul piano delle competenze tecniche, dell’esperienza, dell’innovazione, anche di provenienza esterna, che siano di stimolo e di supporto allo sviluppo e alla crescita culturale, sociale e di impresa. ☺
le.leone@tiscali.it
È da un bel po’ di tempo che da queste pagine si lancia l’idea di chiudere con i lamenti e passare a idee progettuali che lascino segni concreti di rilancio della progettualità in Molise. In molti contesti: cultura, politica, impegno sociale, innovazione nell’ambito delle opportunità e dell’efficienza nel campo del lavoro.
Proviamo a concretizzare la proposta lanciata nel numero di settembre dal nostro giornale: la creazione di una Fondazione di Comunità in terra di Molise. La Fonte potrebbe assumere il compito di fare da araldo dell’idea e banditore di speranza. Stiamo maturando il progetto e contiamo sull’allargamento della rete di quanti intendono condividere l’idea e la fatica di portarla avanti. La redazione magari potrebbe sostenerci nel riportare riferimenti di persone, associazioni, organizzazioni di terzo settore, cittadini singoli, imprese, associazioni e quante altre forze vitali si affacceranno sul territorio.
Proveremo a indicare di volta in volta alcuni tratti del percorso avviato e la fase che si attraversa mano a mano che passeranno i mesi che dovrebbero condurci alla costituzione di un comitato che avvii l’iniziativa.
Cos’è una Fondazione
di Comunità?
È una realtà attiva, espressione di cittadini, imprese, banche, organismi del mondo del sociale e del terzo settore e rappresentanze istituzionali costituita non secondo una logica di beneficenza ma come soggetto attivo sul territorio, volto alla promozione e allo sviluppo della infrastrutturazione sociale e alla valorizzazione delle risorse umane ed economiche del territorio.
“La logica della Fondazione di Comunità è più complessa di quella finora seguita dalle Fondazioni bancarie. Infatti consente una presenza più radicata sul territorio e quindi un rapporto più stretto e trasparente con la comunità, ma soprattutto una maggiore sensibilizzazione sugli investimenti e sulle realizzazioni”.
Al pensiero di Aldo Bonomi può fare da utile complemento una riflessione di Gustavo Zagrebelsky: “Gli organi delle fondazioni di comunità sono espressioni delle realtà sociali cittadine e regionali, vi sono rappresentati i sindacati, le chiese, le università, gli enti locali, la ricerca, le realtà non profit. Questa composizione dovrebbe esprimere una certa idea di società che non coincide né con quella politica o statuale né con quella del mercato; dovrebbe invece esprimere la dimensione della socialità. Siamo di fronte a un nuovo ente rappresentativo che dispone di grandi risorse e la cui importanza non è chiara, forse, neppure ai soggetti che designano”.
Quali obiettivi si pone?
Andando per sintesi così si possono enumerare:
– Riavvicinare le istituzioni ai cittadini: il principio di sussidiarietà (art.118 Costituzione);
– porre il territorio al centro;
– infrastrutturazione sociale: reti fra cittadini, associazioni, terzo settore, comuni… oltre il campanilismo;
– promozione della cultura di donazione;
– reperimento risorse economiche e umane;
– promuovere lo sviluppo locale: Formazione – Ricerca e Innovazione – Crescita del capitale umano – Qualificazione delle giovani generazioni e passaggio generazionale nelle imprese – Recupero e valorizzazione dei beni e dei prodotti d’ambiente: turismo, agricoltura, artigianato, piccola impresa…
Soggetti di riferimento
Come già accennato al punto 1, sono parti attive sul piano delle strategie da intraprendere, del varo dei programmi e della gestione delle risorse i soggetti del complesso universo presente sul territorio con funzioni di rappresentanza dei vari ambiti, evitando di dare privilegi e assegnare spazi di maggioranza a gruppi di un settore specifico. In tale direzione risulta positiva l’esperienza in atto nella Fondazione Sud, di recente costituitasi, che nel comitato di gestione ha equamente distribuito la rappresentanza delle varie componenti assegnando il giusto rilievo a ciascuna di esse: economia di mercato ed economia sociale (terzo settore).
È chiaro che la capillarizzazione della rappresentanza sul territorio deve valorizzare intelligenze e risorse umane di ogni provenienza: semplici cittadini, associazioni, cooperative, volontariato, piccole imprese… ma anche i settori tutti dell’economia (impresa, artigianato, agricoltura, commercio), forze sociali come sindacati, Università e rappresentanze istituzionali. Un giusto rilievo, data la frammentazione del territorio molisano, va riconosciuto alle associazioni dei comuni per promuovere una cultura e una politica volta alla collaborazione fra realtà istituzionali presenti sul territorio.
Come avviene in diverse realtà del centro e del nord Italia la Fondazione di Comunità deve anche dare rilievo e adoperarsi per la presenza di Big Player nella nostra realtà. Si tratta di operatori di rilievo sul piano delle competenze tecniche, dell’esperienza, dell’innovazione, anche di provenienza esterna, che siano di stimolo e di supporto allo sviluppo e alla crescita culturale, sociale e di impresa. ☺
È da un bel po’ di tempo che da queste pagine si lancia l’idea di chiudere con i lamenti e passare a idee progettuali che lascino segni concreti di rilancio della progettualità in Molise. In molti contesti: cultura, politica, impegno sociale, innovazione nell’ambito delle opportunità e dell’efficienza nel campo del lavoro.
Proviamo a concretizzare la proposta lanciata nel numero di settembre dal nostro giornale: la creazione di una Fondazione di Comunità in terra di Molise. La Fonte potrebbe assumere il compito di fare da araldo dell’idea e banditore di speranza. Stiamo maturando il progetto e contiamo sull’allargamento della rete di quanti intendono condividere l’idea e la fatica di portarla avanti. La redazione magari potrebbe sostenerci nel riportare riferimenti di persone, associazioni, organizzazioni di terzo settore, cittadini singoli, imprese, associazioni e quante altre forze vitali si affacceranno sul territorio.
Proveremo a indicare di volta in volta alcuni tratti del percorso avviato e la fase che si attraversa mano a mano che passeranno i mesi che dovrebbero condurci alla costituzione di un comitato che avvii l’iniziativa.
Cos’è una Fondazione
di Comunità?
È una realtà attiva, espressione di cittadini, imprese, banche, organismi del mondo del sociale e del terzo settore e rappresentanze istituzionali costituita non secondo una logica di beneficenza ma come soggetto attivo sul territorio, volto alla promozione e allo sviluppo della infrastrutturazione sociale e alla valorizzazione delle risorse umane ed economiche del territorio.
“La logica della Fondazione di Comunità è più complessa di quella finora seguita dalle Fondazioni bancarie. Infatti consente una presenza più radicata sul territorio e quindi un rapporto più stretto e trasparente con la comunità, ma soprattutto una maggiore sensibilizzazione sugli investimenti e sulle realizzazioni”.
Al pensiero di Aldo Bonomi può fare da utile complemento una riflessione di Gustavo Zagrebelsky: “Gli organi delle fondazioni di comunità sono espressioni delle realtà sociali cittadine e regionali, vi sono rappresentati i sindacati, le chiese, le università, gli enti locali, la ricerca, le realtà non profit. Questa composizione dovrebbe esprimere una certa idea di società che non coincide né con quella politica o statuale né con quella del mercato; dovrebbe invece esprimere la dimensione della socialità. Siamo di fronte a un nuovo ente rappresentativo che dispone di grandi risorse e la cui importanza non è chiara, forse, neppure ai soggetti che designano”.
Quali obiettivi si pone?
Andando per sintesi così si possono enumerare:
– Riavvicinare le istituzioni ai cittadini: il principio di sussidiarietà (art.118 Costituzione);
– porre il territorio al centro;
– infrastrutturazione sociale: reti fra cittadini, associazioni, terzo settore, comuni… oltre il campanilismo;
– promozione della cultura di donazione;
– reperimento risorse economiche e umane;
– promuovere lo sviluppo locale: Formazione – Ricerca e Innovazione – Crescita del capitale umano – Qualificazione delle giovani generazioni e passaggio generazionale nelle imprese – Recupero e valorizzazione dei beni e dei prodotti d’ambiente: turismo, agricoltura, artigianato, piccola impresa…
Soggetti di riferimento
Come già accennato al punto 1, sono parti attive sul piano delle strategie da intraprendere, del varo dei programmi e della gestione delle risorse i soggetti del complesso universo presente sul territorio con funzioni di rappresentanza dei vari ambiti, evitando di dare privilegi e assegnare spazi di maggioranza a gruppi di un settore specifico. In tale direzione risulta positiva l’esperienza in atto nella Fondazione Sud, di recente costituitasi, che nel comitato di gestione ha equamente distribuito la rappresentanza delle varie componenti assegnando il giusto rilievo a ciascuna di esse: economia di mercato ed economia sociale (terzo settore).
È chiaro che la capillarizzazione della rappresentanza sul territorio deve valorizzare intelligenze e risorse umane di ogni provenienza: semplici cittadini, associazioni, cooperative, volontariato, piccole imprese… ma anche i settori tutti dell’economia (impresa, artigianato, agricoltura, commercio), forze sociali come sindacati, Università e rappresentanze istituzionali. Un giusto rilievo, data la frammentazione del territorio molisano, va riconosciuto alle associazioni dei comuni per promuovere una cultura e una politica volta alla collaborazione fra realtà istituzionali presenti sul territorio.
Come avviene in diverse realtà del centro e del nord Italia la Fondazione di Comunità deve anche dare rilievo e adoperarsi per la presenza di Big Player nella nostra realtà. Si tratta di operatori di rilievo sul piano delle competenze tecniche, dell’esperienza, dell’innovazione, anche di provenienza esterna, che siano di stimolo e di supporto allo sviluppo e alla crescita culturale, sociale e di impresa. ☺
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