quale sanità per il molise?
17 Aprile 2010 Share

quale sanità per il molise?

 

La sensibilità so- ciale del Governo Nazionale ha previsto con l’art.18 della manovra di bilancio per il 2008 un ulteriore aiuto alle regioni in difficoltà per il rientro dal debito sanitario. Sicilia, Lazio, Campania e Molise potranno accedere ad un mutuo trentennale coperto dallo Stato per 9 miliardi di euro. Ovviamente c’è da rispettare le prescrizioni e i vincoli del Piano di Rientro del 27 marzo scorso per mettersi alle spalle gestioni allegre, sperperi amministrativi, irresponsabilità politiche e disorganizzazione burocratica. Tra gli altri obblighi va approvato il Piano Sanitario Regionale entro il 31 dicembre e sul punto è stata approntata una proposta dalla Giunta su cui si sta sviluppando un confronto in ogni sede, sul territorio, tra gli amministratori e in sede istituzionale.

La necessità di adottare un nuovo Piano Sanitario non ci costringe ad accogliere una bozza mal assemblata che parte da buone premesse e giunge a conclusioni inverosimili del tutto opposte e inspiegabili. L’operazione strategica della Giunta Iorio è quella di creare una nuova Azienda Ospedaliera da offrire all’Università del Molise. L’Ospedale Cardarelli viene ceduto di fatto alla Facoltà di Medicina perdendo il ruolo di presidio regionale e assumendo quello di centro accademico orientato allo studio, alla ricerca e alla sperimentazione scientifica. Per un simile obiettivo bisognerà raddoppiare i costi di gestione del sistema sanitario regionale. Due Aziende (ASREM e A.O.P. Azienda Ospedaliera Policlinico) e quindi due Manager, doppie dirigenze, duplicazione dei primari, dei dipartimenti, ecc. per un esplosione dei costi burocratici del tutto inutili per la qualità del servizio sanitario offerto ai cittadini. Non solo, ma l’Azienda Universitaria perseguirebbe legittimamente i propri scopi didattici anziché mettere al primo posto la cura delle persone e mal si integrerebbe col territorio, con i medici di base, con i poliambulatori e con un’A.S.Re.M. che resterebbe divisa in cinque aziende autonome (le quattro zone ex-ASL e l’Asrem). In pratica i Distretti Sanitari di Campobasso e Boiano con 135 mila residenti non avrebbero più un ospedale di riferimento gestito dall’ASREM con la conseguenza che i cittadini di quest’area dovrebbero recarsi a Isernia o a Termoli. Un assurdità. Una macchina burocratica complicata colma di dirigenti super-pagati a cui vengono regalati n. 21 posti di primari a tempo per Reparti che dal 01.01.08 secondo la bozza del Piano Sanitario dovrebbero essere accorpati. I tagli indiscriminati dei posti letto non hanno seguito una logica di razionalizzazione e di riconversione delle strutture esistenti con la garanzia di salvaguardare il servizio alla popolazione e la presenza sul territorio.

Nel mentre l’Assessore Di Giacomo promette quattro nuovi ospedali di comunità, non citati nel Piano, e nuove Residenze Sanitarie Assistite, di fatto si assesta un colpo durissimo a Agnone, Larino e Venafro con la chicca della fine del Presidio Ospedaliero Regionale Pubblico di Campobasso e il suo snaturamento in una diversa funzione non chiara, incerta e indeterminata. E intanto la sanità privata non viene toccata mentre si taglieggia quella pubblica con la chiusura del reparto di Oncologia al Cardarelli e la riduzione a soli due posti letto a reparti come Nefrologia e Gastro-Enterologia. Si confermano le due chirurgie a Campobasso, quella del Prof. Huscher a Isernia e il reparto di Neurofisiopatologia diretto dal fratello dell’On. Iorio a Isernia. Tutta l’attività svolta sul territorio non viene menzionata. Non si fa cenno alla fine che faranno le Case Famiglie per i dimessi psichiatrici, i centri di riabilitazione come la Fisiomedica Loretana, il S. Stefano e altri. Si parla genericamente di più territorio ma come si coglie tale obiettivo se non si prevede un consolidamento dell’assistenza domiciliare integrata, del ruolo della medicina di base, dei poliambulatori e dei distretti socio-sanitari?

A fronte di questa pessima ipotesi di pianificazione dobbiamo contrapporne una che sia alternativa. Spingere perché siano superate le quattro ex-zone ASL così che resti una sola Azienda Regionale dotata di un sistema ispettivo rigoroso e di una capacità gestionale efficiente. Opporsi alla realizzazione del Policlinico Universitario e confermare il ruolo di Presidio Ospedaliero Regionale per il Cardarelli. Razionalizzare e riconvertire la spesa ospedaliera salvaguardando e rilanciando con nuovo obiettivi gli ospedali di Agnone, Larino e Venafro senza far illudere altre comunità sull’arrivo di altri ospedali che non si capisce chi pagherebbe e per fare cosa. La sanità privata và valorizzata quando fa alta specializzazione in attività non garantite dalle strutture pubbliche impedendo un’azione sostitutiva ingiusta e immotivata. Bisogna chiarire come assicurare la medicina, le cure e l’assistenza socio-sanitaria sul territorio con elementi di dettaglio che al momento mancano.

Costruiamo insieme un progetto alternativo e affrontiamo il confronto sul Piano Sanitario in Consiglio Regionale con emendamenti e modifiche che rispecchiano la nostra idea di tutela della salute dei cittadini. Non permettiamo a chi ha accumulato un debito spaventoso di continuare a produrre altri danni. Già dobbiamo sopportare con tasse altissime le conseguenze dei guasti pregressi. Ora basta. Fermiamoli. ☺

petraroia.michele@virgilio.it

 

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