sabrinate due
20 Febbraio 2010 Share

sabrinate due

Onorevole, continui a sorprenderci, anche se non l'abbiamo capita.

Questo invito all'Onorevole de Camillis rivoltoLe sul numero precedente, esortazione palesemente ironica, non solo è stato accolto ma ha raggiunto lo scopo: dopo l'esercitazione orale tenuta in parlamento, l'Onorevole si tuffa nello scritto e continua a  sorprendere!

La pubblicazione di un articolo-inchiesta sulla testata telematica primonumero.it dal titolo: Un affare di famiglia: la miracolosa strada di casa De Camillis  è la causa della produzione letteraria.

Con una lettera su carta intestata della Camera dei Deputati, riportata sul sito integralmente e fedelmente, esattamente come l'ha scritta, armata di vocabolario e minacciando querela, tenta di riparare l'onta.

Servendosi, maldestramente, del Dizionario fondamentale della lingua italiana – De Agostini – nega la natura di inchiesta giornalistica allo scritto in questione perchè “non è un articolo o un saggio relativo a problemi di diversa natura che possa* interessare l'opinione pubblica” (secondo una Sua libera ed acrobatica interpretazione in evidente contrasto con il dizionario medesimo e, "nel travasar travisa", copiando male muta il verbo e il soggetto alla subordinata).

Non è agevole, anzi risulta faticoso, seguire l'Onorevole nel suo iter (stile) letterario ma è doveroso sottolineare alla opinione pubblica come un Deputato della Repubblica manifesta i suoi pensieri.

Trascurando tutto il corpo, dello scritto s'intende, circa la forma e i contenuti alla fine, dulcis in fundo, emerge, da acque nostrane, come per incanto, una perla di bravura o di bravezza: citando ma non copiando, ancorché innominato, il Manzoni, testualmente scrive (virgolettando) “non sa dà fare”. E siccome repetita juvant con un semplice copia-incolla lo ripete più di una volta moltiplicando così, mirabilmente, le perle.

La citazione “suona” bene ma è scritta male. L'Autrice, come d'abitudine, nel mutuare muta, pecca sia per difetto che per eccesso (difettano apostrofo e la lettera H – mutolina, ma a volte necessaria – e invece, come indice di impegno forse, abbonda un accento).

A chiudere l'epistola un minaccioso consiglio-suggerimento all'estensore dell'articolo incriminato: “… intanto vada a rispondere dell'accusa di diffamazione – ora –  per cui verrà formalmente citato” – in avvenire -. Roba da mandare in tilt anche un (e)lettore distratto!

Se il Biferno non bastasse, sciacqui anche nel Fortore, ma non desista, prima o poi ci azzeccherà!☺

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