sora luna
16 Aprile 2010 Share

sora luna

 

Dopo aver letto gli ultimi articoli su Plutone, Sole ed evoluzione stellare, qualcuno dei nostri più affezionati lettori, riscoprendo un interesse per l'astronomia ormai dimenticato dai tempi della scuola, ci ha posto alcuni quesiti su quello che possiamo considerare uno dei principali punti di attenzione per chiunque sollevi gli occhi al cielo: la Luna. E allora, ci è parso opportuno dedicare la pagina di questo mese a qualche breve cenno sul nostro satellite naturale.

La Luna ha un diametro di 3476 km (più di un quarto del diametro terrestre), ha una massa pari a 1/81 della massa terrestre e dista mediamente 384.000 km dal nostro pianeta. La sua temperatura superficiale passa rapidamente da +130 a -150 gradi, a seconda che il Sole splenda oppure no sull'orizzonte; condizioni che risultano abbastanza inospitali per la vita, ancor di più se consideriamo che il suolo lunare è esposto al vento solare, cioè ad un continuo flusso di particelle energetiche subatomiche provenienti dal Sole.

A causa della grande vicinanza fra Terra e Luna, l'attrazione gravitazionale della Terra ha esercitato un freno sulla rotazione lunare, tanto che la Luna ruota su se stessa con un periodo sincrono rispetto al periodo di rivoluzione attorno alla Terra, per questo ci presenta sempre la stessa faccia. In pratica, però, possiamo vedere qualcosa di più di metà della superficie lunare. Una serie di fattori – la sua velocità non sempre costante lungo l'orbita, l'inclinazione dell'orbita lunare rispetto al piano dell'orbita terrestre e il cambiamento di visuale dell'osservatore mentre è trasportato dalla rotazione terrestre – causano un effetto ottico simile ad una leggera “oscillazione” in verticale ed in orizzontale, detta “librazione”. Per questo, guardando la Luna in tempi diversi e da posizioni diverse sulla Terra, è possibile arrivare a vedere fino al 59% dell'intera superficie lunare. Per “vedere” interamente l'altra faccia della Luna, si è dovuto invece aspettare fino al 1959 quando essa fu fotografata per la prima volta dalla sonda sovietica Luna 3.

L'osservazione della Luna, ad occhio nudo o con l'aiuto di uno strumento, ripaga sempre con affascinanti e spettacolari “visioni” dei suoi mari di lava scura solidificata, delle sue montagne di rocce, dei suoi frastagliati altipiani e dei suoi crateri, che il lettore incuriosito non esiterà ad apprezzare, rivivendo probabilmente le emozioni vissute da Galileo Galilei con il suo telescopio.

La Luna non ha atmosfera, la sua massa è troppo piccola per trattenerla stabilmente. Proprio questa mancanza, unita all'assenza dell'erosione dell'acqua e dei venti, spiega la presenza di tanti crateri, come ferite e cicatrici lasciate dall'impatto di meteoriti.

La superficie lunare è coperta da uno strato compatto di polvere fine. Di solito, la luce solare che colpisce una superficie ruvida e rocciosa viene diffusa in ogni direzione. Ma la parte più superficiale dello strato di polvere lunare ha una proprietà particolare: la luce viene riflessa più intensamente proprio nella direzione da cui essa proviene. Quando si osserva la Luna piena, la luce solare sta giungendo sulla superficie lunare dalle spalle di chi osserva (il Sole è dietro la Terra), e la maggior parte della luce riflessa dalla polvere lunare ritorna verso la direzione di provenienza. Questa notevole capacità di riflessione della polvere lunare, quando il Sole è direttamente dietro chi osserva, spiega perché la Luna piena appaia così brillante nel cielo.

E ovviamente non possiamo non accennare in questa sede ai due fenomeni più vistosi legati alla Luna, che fin dall'antichità hanno destato l'interesse di generazioni di astronomi: il ciclo delle fasi lunari, e le eclissi.

Le fasi lunari dipendono dalla posizione relativa che Sole, Terra e Luna assumono, in conseguenza del moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole e della Luna intorno alla Terra. Quando la Terra si trova fra il Sole e la Luna, noi vediamo la faccia della Luna a noi esposta tutta illuminata dal Sole e abbiamo la Luna piena (plenilunio); quando invece è la Luna a trovarsi fra la Terra e il Sole, la faccia a noi esposta è quella non illuminata e abbiamo la Luna nuova (novilunio). Il primo quarto, che si ha circa una settimana dopo la Luna nuova, e l'ultimo quarto, una settimana dopo la Luna piena, si verificano quando la congiungente Sole-Terra-Luna forma un angolo retto, con la Terra nel vertice. La falcetta di Luna crescente si può vedere la sera, illuminata dal Sole appena tramontato; mentre l'ultima falcetta di Luna calante si osserva all'alba prima del sorgere del Sole. L'alternarsi delle fasi è un fenomeno che avviene regolarmente, con un periodo medio di 29 giorni 12 ore e 44 minuti (il cosiddetto mese sinodico, cioè il tempo che passa fra un novilunio ed il successivo).

Si ha una eclissi di Sole quando la Luna si frappone tra il Sole e la Terra; e questo può avvenire evidentemente solo nella fase di Luna nuova, quando il Sole è coperto alla nostra vista. Si ha una eclissi di Luna quando la Terra si trova fra il Sole e la Luna. In questo caso, il nostro satellite, nella fase di Luna piena, viene a tovarsi nel cono d'ombra della Terra, ed è debolmente illuminato dalla luce solare diffusa dall'atmosfera terrestre.

Le eclissi si verificano quando Sole, Terra e Luna vengono a trovarsi allineati sullo stesso piano orbitale. Cerchiamo di spiegarci meglio. In effetti, se la Luna si muovesse intorno alla Terra esattamente sullo stesso piano orbitale seguito dalla Terra intorno al Sole, avremmo una eclissi di Sole ad ogni novilunio e una eclissi di Luna ad ogni plenilunio. Ma poiché la Luna si muove su un'orbita inclinata di circa 5 gradi rispetto all'orbita terrestre, le eclissi si verificano solo quando si realizzano contemporaneamente due situazioni: la Luna è nella fase di “nuova” o “piena” e nello stesso momento si trova in uno dei due “nodi” (i punti in cui l'orbita della Luna incrocia quella della Terra); in tal caso infatti Sole, Terra e Luna vengono a trovarsi allineati sullo stesso piano.

Dopo aver parlato di osservazione della Luna, ci sembra opportuno segnalare che anche l'esplorazione lunare gode di buona salute (dopo le storiche missioni americane Ranger, Surveyor, L.O. e Apollo degli anni 60 e 70 del secolo scorso), con programmi spaziali rivolti ad una massiccia esplorazione robotica del nostro satellite. Dopo la missione europea Smart-1, lanciata nel 2003 e conclusa nel 2006, il biennio 2007-2008 ha visto e vedrà “in rampa di lancio“ verso il nostro satellite la sonda giapponese Selene, la cinese Chang'E1, l'indiana Chandrayaan e la statunitense LRO. Con un notevole arricchimento delle informazioni e dei dati a nostra disposizione, in vista di un nuovo sbarco umano sulla Luna, che la NASA prevede di realizzare nel 2018 con la nuova astronave Orion e il modulo di allunaggio LSAM (costruito in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Europea).

Una nota di cronaca per concludere: dopo l'eclissi di Luna dello scorso marzo 2007, anche il prossimo 21 febbraio 2008 potremo osservare di nuovo nei cieli italiani una eclissi lunare. ☺

domenico.dicienzo@tin.it

 

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