Recessioni: MOLISESKINE (di Giuseppe Tabasso)
29 Aprile 2017
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Recessioni: MOLISESKINE (di Giuseppe Tabasso)

La voglia di scrivere non si esaurisce con l’età, anzi sembra il contrario per Giuseppe Tabasso, giornalista e scrittore molisano di Campobasso da tempo residente a Roma. Di recente infatti, ha presentato un secondo volume di Moliseskine, sequel ed omonimo del primo uscito tre anni fa. Esso raccoglie i preziosi contributi pubblicati ogni mese nella sua rubrica sul mensile Il Bene Comune. Anche questo libro si presenta come un block notes, ma non è, come il precedente, un amarcord di come eravamo; come l’autore stesso afferma nella quasi prefazione i suoi appunti “hanno una connotazione decisamente più politica e di costume con riferimento ad una cronistoria recente che ha cercato di rendere più commestibile facendo ricorso ai suoi ingredienti preferiti, ironia e sarcasmo, più peperoncino che vetriolo”, il tutto caratterizzato dall’audacia, il realismo, l’umanità di sempre e da una più evidente idea del less is more che, pur nella sobrietà e nell’essenzialità offre una chance in più all’approfondimento, alla contemporaneità, all’analisi di un’epoca, ai fatti del mondo, con un affettuoso riguardo alla sua piccola, dimenticata e resiliente regione di appartenenza. Le parole che usa, le immagini che evoca, le sensazioni che suscita sono colorate, in movimento, frizzanti, rare e raffinate come una coppa di champagne.
Mi piace riportare ciò che afferma lo storico dell’emigrazione Norberto Lombardi nella postfazione al testo: “La gioia di leggere. Non avrei mai pensato di poter usare un’espressione come questa per commentare un libro di considerazioni e spunti suggeriti dalla nostra inaffidabile e spesso agra quotidianità. Tanto più per un libro in cui il Molise, solitamente oggetto di pianti e rimpianti, è invece il terreno preferenziale di escursioni agili ed eleganti, sospinte da una specie di ebbrezza dell’invenzione e dell’inconsueto. La scrittura è l’elemento distintivo di questa raccolta di effemeridi rese in una lingua di straordinaria scorrevolezza. Spero che chi legga riesca ad aggirare il trabocchetto della sua levigatezza, della sua qualità espositiva. Potrebbe essere indotto a bere di un fiato con l’avidità frettolosa e distratta del frequentatore di sociale, peggio se in overdose”.
Saper invecchiare significa trovare un accordo tra il volto di vecchio e il cuore e il cervello di giovane e Giuseppe Tabasso, 90 anni suonati, ci riesce appieno regalandoci ancora emozioni e… lezioni di giornalismo.

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